martedì 23 marzo 2021

L'associato al martinismo

Il martinismo, così come Noi lo intendiamo, ha la pretesa di fornire ai suoi figli strumenti operativi. Essi necessitano di adeguata erudizione, comprensione nella meccanica, costanza nell’uso e ferrea volontà. Qualora questo quadrilatero (erudizione, comprensione, costanza e volontà) venga meno, l’intera impalcatura verrà a crollare ROVINOSAMENTE. Senza erudizione vi è solamente stolto fare, senza comprensione vi è solamente la forma, senza costanza vi è pigrizia e senza volontà vi è solamente ego. Per questo è necessario, indispensabile, che in ogni istante il fratello si ponga delle doverose domande attorno al proprio livello dell’essere, alla simbiosi raggiunta con gli strumenti forniti e alla sua integrità ed integrazione all’interno della catena eggregorica. 

L’associato, così come l’iniziato, necessariamente trova unico elemento di riflessione nella figura dell’Iniziatore, il quale è l’unico deputato a valutare l’attitudine del fratello/sorella all’uso degli strumenti, a suggerire una maggiore o minore sensibilità verso gli uni o gli altri (i nostri strumenti sono compositi e molteplici: teurgici, cardiaci, sacerdotali), a dare indicazioni di studio e a promuovere azioni di sostegno o di interruzione nella pratica individuale. 

Ovviamente affinché ciò sia possibile è necessario che il fratello/sorella si mantenga in contatto con l’Iniziatore, il quale non è il PADRE, non è l’AMICO, non è il CONFESSORE. Chi all’interno di un rapporto iniziatico tende a palesare siffatte necessità e ad essere parimenti incline a siffatti riconoscimenti, (in quanto non vi è ingannato in assenza di ingannatore) si pone automaticamente al di fuori di un proficuo scambio formativo. Non è l’Iniziatore che deve ricercare il contatto, in quanto egli ha già permesso alla persona di essere inserita in un determinato contesto, ha già fornito gli strumenti iniziali e ha già avviato (a sue spese) il sottile motore energetico. 

Il martinismo che noi auspichiamo è indubbiamente un percorso maturo per individui maturi, per uomini e donne che sono in grado di gestire il proprio tempo, di governare i propri stati d’animo e educare la propria mente. Solamente attraverso questa triplice azione, l’uomo sarà in grado di percorrere realmente un viatico iniziatico, il quale è un punto di partenza e non di arrivo, il quale dovrà porre sul cammino delle pietre di inciampo, delle vette da scalare e dei crepacci in cui discendere. Non vi è successo senza fatica e non vi è gioia in assenza di sofferenza. 

La prima fatica richiesta all’associato è il vincere la pigrizia che alberga in ognuno di noi. L’Iniziato deve operare laboriosamente su se stesso, a favore dei fratelli e sommamente servire il Culto Divino. La fatica deve essere continua ed investire ogni particola del proprio essere. La fatica è la misura dell’Opera. 

La prima sofferenza che è richiesta all’associato è quello di rimuovere ogni illusione su se stesso, sulle cose tutte e vivere consapevolmente la propria esistenza. Ciò significa liberarsi da quelle comode filastrocche interori e dall’ipertrofico Io che soffocano la nostra Essenza. 

Ecco quindi come sia necessaria, oltre alla costante e diligente pratica rituale, anche la continua attività di lavoro interiore sostenuto dall’autosservazione, dalla retrospezione e dall’introspezione. Pratiche assolutamente necessarie affinché l’iniziazione sia reale e i suoi effetti siano sostanziali. 


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ECCE QUAM BONUM 28

 


Per coloro che fossero interessati a determinati argomenti, è disponibile il numero 28 della rivista "Ecce Quam Bonum"
la rivista in formato pdf è scaricabile da: 

Editoriale
SEZIONE "LA FINESTRA"
L'Antico Sacrificio - Paul Sédir
Cristo accusato di Magia - Eliphas Levi
SEZIONE "LAVORI FILOSOFICI"
Cristo e Maria Maddalena - Mosè A.I.
Fuoco Sacro ed Elementale - Janus A.I.
Il Rito come Via per il Sacro - Immanuel S.I.I.
Il Silenzio e la Preghiera - Misericordia A.I.
La conoscenza di Sè - Efesto I.I.
La preghiera sul Cuore - Elenandro XI S.I.I.
Perfezionare la Conoscenza - Kronos UD
Pistis Sophia, Parte IV - Ermes S.I.I.
Pitagora e la Gnosi - Gabriel S.I.
Riflessione attorno allo stato delle cose - Elenandro XI S.I.I.
Il culto è perenne - Johannes Paulus A.I.
SEZIONE MAESTRI PASSATI
Gli Eggregori - Robert Ambelain
Le origini dei Superiori Incogniti - Nebo
Appendice
Tabella lunisolare anno 2021

per maggiori informazioni: eremitadaisettenodi@gmail.com


RIFLESSIONE ATTORNO ALLO STATO DELLE COSE. UNA RISCOSSA TRADIZIONALE


“DA OGGI, LO SPIRITO TRIONFERA’ SUL PANICO E LA LUCE  DELLA CONOSCENZA FENDERA’ LE NEBBIE DELLA PAURA E DELL’IGNORANZA.”

ELENANDRO XI


Amatissimi Fratelli e Sorelle,

Oggi, in questo disgraziato presente, dove tutto è posto in discussione e ogni certezza è frantumata dalla paura e dalla coercizione, dobbiamo necessariamente interrogarci in merito al rapporto esistente fra le Strutture Iniziatiche e il mondo contemporaneo. In altri e semplici termini è doverosa una riflessione in merito all’idoneità del messaggio iniziatico tradizionale, nei confronti della struttura psicologica ed animica dell’Uomo Contemporaneo e delle forze esogene ed endogene che, talvolta come un maglio e talvolta come un folle vasaio, agiscono senza sosta sull’uomo. I corpi rituali del settecento e dell’ottocento, il quadro simbolico e teurgico di riferimento, sono oggi perimetro docetico e filosofico sufficiente per garantire un viatico di risveglio interiore per noi uomini del terzo millennio? Uomini oramai assoggettati a regole, pesi e misure ed imposizioni che niente hanno di “naturale” e ancor di meno di “tradizionale”; uomini che non mirano più alle stelle, che non volgono più lo sguardo ad un futuro radioso di conquiste e successi, ma sono tristemente sprofondati nel liquame di posticci ideali, accecati da un falso percepito dell’Io e nel contagio, quello vero, della confusione e della paura. Uomini non più saldamente raccolti nelle identitarie e tradizionali comunità, dove ognuno aveva un ruolo in base al valore e al merito, ma imprigionati nella più funesta delle reclusioni: quella del falso individualismo e dell’illusorio eterno presente contemporaneo.   

Falso individualismo perché mai come oggi tutto è livellato verso il basso; ed è questo un illusorio eterno presente in quanto tutto, e noi ben lo sappiamo, avrà comunque fine a livello individuale e collettivo. La rovina è il feretro degli umani costrutti, orfani della Luce della Conoscenza. Non possiamo, da tradizionalisti che non si lasciano certamente confondere dal progresso meccanico, che considerare come questa nostra civiltà non sia la soluzione al problema, ma il problema senza soluzione; come questa nostra società non sia la cura dei mali, ma il male privo di cura; come questa nostra cultura non sia la luce della ragione, ma la tenebra dell'ignoranza; come questo nostro tempo non sia degli eccellenti e dei forti, ma della massa mediocre e debole. 

Ritenere che l’azione invasiva delle eggregore di questo mondo, la forza plasmante e modellante dell’ipermodernismo e la disgregazione valoriale non siano colpi ferali alla struttura psicologica, animica e fisica dell’uomo contemporaneo e, al contempo, non siano demoniaci agenti di prevaricazione da cui preservarci è assolutamente errato ed espressione di una debole ragione e di una scolorita iniziazione. Ritenere che quanto sopra esposto, e sotto gli occhi delle menti libere, non sia un acido dissolvente nei confronti dei legami formali iniziatici, non sia un’onda d’urto di inaudita potenza atta a tutto polverizzare, è la risposta dello struzzo e del pavido. 

Certamente non posso che guardare con un certo disprezzo a coloro che hanno la pretesa di occupare, non si sa a quale titolo, ruoli “apicali” e conformarsi allo stato delle cose, tranquillizzare fedeli e fratelli che tutto tornerà alla normalità e suggerire di continuare ad operare con identici mezzi (qualora possibile) in attesa di tempi migliori. Maggior disprezzo è rivolto nei confronti di quanti hanno la pretesa di essere del nostro numero e pavidamente temono questo flagello, senza aver minima coscienza di quanto avverrà. La paura non è qualità dell’iniziato che ben sa che il suo misero transito avrà comunque fine. NIENTE TORNERA’ COME UN TEMPO! Prima il vostro ego deformato e deformante se ne renderà conto e meglio sarà per voi.

Tutte le considerazioni di cui sopra, e altre che verranno, ci pongono innanzi al decisivo quesito:

“Siamo oggi in presenza di un tale divario fra Uomo Tradizionale e il presente degenerato, da rendere inadeguato ogni strumento di Opera Filosofica e Laboriosa?” 

Sicuramente dobbiamo avere il coraggio e l’intelligenza, di contestualizzare ogni deposito iniziatico e la forma che lo raccoglie, all’interno di un ambito forgiato ed influenzato dal tempo che lo ha visto fiorire. Con onestà dobbiamo sottolineare come antropologicamente, psicologicamente e spiritualmente l’uomo dell’oggi, non è certo l’uomo di trecento anni fa. Non solo, ma l’uomo di questo esangue e castrato presente non è certamente l’uomo di due anni orsono. La macina dell’Heimarméne è sempre più possente, sempre più meccanica, sempre più inarrestabile e sempre più inesorabile. Osservando la generazione a noi precedente, ma anche un uomo o una donna che sono separati da noi dal semplice scarto di qualche decennio, non possiamo che riscontrare profonde differenze non solo di prospettiva di vita, di scala di valori morali e religiosi, ma anche, e soprattutto, di percezione individuale e sociale.  

Indubbiamente questa nostra società contemporanea è caratterizzata da una parcellizzazione ossessiva, la quale ci ha condotti ad essere individui meritevoli, sulla carta, di un novero impressionante di diritti soggettivi, anche se in genere non garantiti da reale tutela, e al contempo ci ha scollegato da quella rete collettiva di solidarietà comunitaria, psicologica e spirituale che ha da sempre contraddistinto l’uomo come specie sociale. Tutto ciò evidentemente influisce sulla struttura psichica/energetica/animica umana, e di conseguenza sulle forme iniziatiche che sono anche sommatorie di individui.  Un Ordine, una Loggia e una Catena di Amore e di Forza non sono un qualcosa di scisso rispetto al mondo circostante, ma sono bensì punti di unione fra quanto è disposto sul piano orizzontale e quanto si diffonde dal piano verticale. In questo frangente storico, dove le più elementari regole di unione e di relazione sono poste in discussione e dove i rimedi sono soventi peggiori del male, inevitabilmente le strutture iniziatiche devono o dovrebbero ricalibrare la loro azione, onde preservare il fuoco e l’integrità dei fratelli.

Ogni struttura iniziatica reale è tale perché si collega direttamente ad una forma apparente della Tradizione, e ad una sostanza spirituale che in essa è raccolta . Al contempo le grandi visioni che essa offre, sono il frutto di ideali,  di affreschi metafisici e di imponenti cosmogonie che necessitano di capacità di autentica lettura interiore da parte dell’iniziato. Questo è il risultato non solo di studio e di opera, ma anche di una sensibilità che non può che derivare da un vivere consapevole ed armonioso, dal riconoscersi come membro di una continuità culturale, razziale e spirituale: in altri termini Identità e Consapevolezza della propria identità. Affinché ciò abbia qualità di sostanza è necessaria l’esistenza di adeguate maestranze, capace di operare continuamente al fine di servire il culto, istruire i nuovi adepti e delimitare e proteggere il perimetro del tempio.

Tutto ciò sembra oggi franare inevitabilmente sotto i colpi di una degenerata modernità. Certo possiamo sostenere che ogni epoca ha avuto elementi di antitradizionalità rispetto alla precedente, e ciò è perfettamente ovvio, in quanto in ogni rizoma del tempo umano sussiste un necessario punto di divergenza e fuga che precede la nuova sintesi. Essa, la sintesi, deve però muoversi in un solco, che è ben cadenzato dai tempi e dalle misure dell’Uomo e del Divino, e non certo dalle cieche pretese dei burattinai, consapevoli o inconsapevoli, che pretendono di plasmare il mondo in virtù di distopie, morbose burocrazie, schiavitù finanziarie, tumorali precetti mondialisti, e sincretistiche espressioni religiose e spirituali. La distruzione delle culture autoctone, l’abbattimento dei depositi tradizionali, il livellamento culturale/psicologico porta inevitabilmente l’uomo ad essere scollegato da qualsiasi influsso spirituale, e preda delle Eggregore mortifere ed invasive di questo nostro mondo. Un uomo divelto da ogni collegamento orizzontale e verticale, è solamente un numero livellato verso il basso, indistinto ed indifferenziato, oggetto del consumo e della prevaricazione. 

A ciò si aggiunge la mal opera di coloro che, come topi e termiti, si sono introdotti nei nostri perimetri senza adeguata preparazione, senza adeguato spirito e senza adeguata purificazione. Una empia gramigna che tutto ha infettato con il proprio ego sopraffatto da frustrazioni e desideri fin troppo profani, trascinando nella melma dello psichismo ammantato da pseudo iniziazione schiere di beoti a loro volta in cerca di riscatto da un’esistenza mediocre. Osservando la sciancata fisicità, la deforme moralità e il canovaccio privo di costrutto di fin troppi personaggi che popolano certi palcoscenici sedicenti esoterici, mi sovviene che oramai fin troppo sia stato irrimediabilmente corrotto.

Innanzi a tutto ciò, comprendete fratelli miei che i nostri gruppi, le nostre colline, la nostra catena non sono astrattamente composti da Iniziati che vegetano sotto una campa di vetro, o che per merito del potere della nostra iniziazione sono occultati al mondo dal mantello di Apollonio. 

I nostri iniziati ogni giorno vivono in un mondo antitetico alla nostra scala di valori e necessità. Quanto questo è angosciante ed invasivo, quanto il nostro vorrebbe essere ermetico e ristoratore. Quanto il nostro percorso mira alla rettificazione interiore, quanto il mondo demiurgico quaternario ci contamina con mille istanze, e ci divora con contingenze ed impellenze. Senza adeguata comprensione di tali evidenti dinamiche, i nostri ambiti finiranno per essere a loro volta invasi e contaminati, sradicati dal loro alveo tradizionale, e resi sterili filosoficamente e operativamente. 

Ciò che oggi viviamo non è altro che una progressiva, pianificata e diabolica corrosione che agisce da secoli, tesa a distruggere ogni retaggio storico, ogni simbolo di riconoscimento, ogni patrimonio che collega l’uomo alla sua dimora celeste. Prima l’avvelenamento dei pozzi e adesso l’insabbiamento dei medesimi; in tal modo l’uomo, così come noi lo intendiamo, sta morendo, assetato e appassito, privo della vitale linfa spirituale.

Fratelli Miei, se l’uomo di oggi non ha più consapevolezza della propria esistenza né memoria di ciò che lo rende individuo, come potrà accedere alla Memoria Antica che in esso dimora? La quale è fruibile solamente preservando ed utilizzando determinate chiavi, che immutabilmente sono giunte fino a noi grazie all’occultato traghettamento ad opera delle Culture, delle Filosofie e delle Religioni Tradizionali. Purtroppo queste chiavi sono state oggi spezzate proprio laddove si era fatto sommo voto di preservazione. Coloro che si erano assunti l’impegno innanzi al popolo di tutelarlo e difenderlo, lo stanno svendendo, coloro che pretendono di rappresentare il tramite con il divino, compiono atti scellerati contro l’uomo e la natura, coloro che si erano assunti l’obbligo di rappresentare e tutelare il popolo lo stanno asservendo con l’inganno. Ciò dovrebbe essere evidente anche per il più dormiente di tutti noi.

Le stesse strutture iniziatiche non sono rimaste immuni dal corrotto spirito dei tempi. Riscontriamo come la sovversione abbia agito in esse tramite quattro linee di azione: 

1. Una forte influenza teosofica e massonica illuministica che ha portato ad annacquare prima, e recidere poi, ogni collegamento con la Tradizione. Il simbolo è decaduto a vuoto segno, e la parola sacra si è involgarita a confuso balbettio. E’ bene capire che la Trascendenza di ogni forma religiosa e tradizionale non è relativismo, è bensì comprensione dei meccanismi e delle misure, che permette di liberarsi dal giogo delle forme, e non rifuggire in un vuoto astrattismo. La Trascendenza è una sintesi a posteriori di un’opera realmente compiuta, il relativismo è un pensiero tumorale che ammorba le menti e le anime. Ciò inevitabilmente ha portato alla confusione dei depositi docetici e delle qualità da ricercarsi in un iniziato.

2. L'incapacità di selezionare coloro che bussano alle porte dei Templi. Valutando esclusivamente requisiti meramente formali, riducendo in molti casi tale valutazione ad ambiti di convenienza sociale/politica/economica, con la conseguenza dell'allungamento delle catene iniziatiche e il loro progressivo sfilacciamento.

3. Il coprire posizioni di vertice, di governo delle energie e del potere iniziatico, con figure, o figurine, non qualificate a tale ruolo, che in quanto incapaci di amministrare la docetica e di selezionare le future figure apicali, hanno determinato la rottura delle catene iniziatiche.

4. L'impossibilità di passare dalla fase informativa, spesso ridotta ad un maldestro e maleodorante minestrone, ad una fase formativa. Chi medita, chi prega, che pratica puntualmente, chi studia la meccanica del rituale? Ciò ha determinato lo svuotamento energetico delle catene iniziatiche.

Questo è il dramma odierno, facilmente riscontrabile, facilmente verificabile. Un dramma che ci ha condotto ad una situazione di morbosa proliferazione di ordini, strutture senza dignità e senza storia, senza reale potere nelle maestranze. Di continue transumanze da un ordine all’altro in cerca di facili promozioni, o di illusioni attorno a miracolosi depositi rituali, quando non siamo addirittura in presenza di meri e propri asservimenti economici, o di bassa politica all’interno di quelli che dovrebbero essere luoghi di Tradizione e Rinascimento Umano. Di strutture che niente hanno da dire e ancor meno da opporsi innanzi a quanto sta avvenendo, strutture che falsamente predicano la nobilitazione del fratello o della sorella, che offrono trastulli tanto per impegnare il tempo e far sentire i propri membri come parte di qualcosa, che inorgogliscono i petti di pavoni e annacquano le coscienze e le menti. 

Innanzi a questo quadro, ben evidente per colui che desidera vedere, qual è il ruolo delle Istituzioni ancora sane che pretendono di custodire e tenere viva la fiamma della Sapienza? Cosa offrire a quell’uomo, oggi così diverso, in cerca di uno spazio sacro, di un bastione dove edificare la cittadella divina? 

Ecco carissimi amici ed amatissimi fratelli su cosa è necessario interrogarsi realmente. 

Identità e Funzione nel mondo contemporaneo debbono essere temi reali, e rappresentare la cartina di tornasole fra Istituzioni che veramente operano al fine di una reintegrazione dell’uomo e salvaguardia di una Tradizione Vivente, rispetto a quelle sedicenti istituzioni che preferiscono mostrare ed elargire brevetti, patacche, prebende, e discorrere di qualche ingarbugliata e fantasiosa linea iniziatica. Quando ci presenteremo alla soglia da cui si accede al Tempio Eterno, a poco serviranno le collezioni di pergamene, a molto servirà l’aver Operato Realmente in accordo con la Tradizione e le contingenze della nostra epoca: Tradizione Vivente e Testimonianza Militante.

Il dovere di un Ordine Tradizionale non è solamente quello di passare un novero di insegnamenti, e trasmettere un’iniziazione,  ma è soprattutto quello di rendere entrambi cosa VIVA ED UNICA: di strappare questi concetti dal tempio delle parole e delle asserzioni e, con insensibile volontà, scolpirli nei nostri cuori tramite l’opera che tutto vivifica. 

Nostro compito è quello di trasformare l’iniziato in adepto e l’insegnamento in pratica laboriosa, onde uscire dal mondo delle idee e della separazione, e rendere il nostro Fratello e la nostra Sorella capaci di comprendere e dominare il tutto. Ciò può avvenire solamente se siamo in grado di comunicare attraverso un linguaggio comprensibile per la psiche e l’anima del FRATELLO DI OGGI, e non certo del fratello ottocentesco. Al contempo dobbiamo essere in grado di fornire all’iniziato utili strumenti con cui agire su se stesso e procedere lungo la via della reintegrazione. Strumenti concreti, funzionali, realmente efficaci ed efficienti, che sapientemente considerano il tempo e le forze che si muovono attorno e dentro di noi. Non posso che sorridere innanzi a certi ameni siti internet di sedicenti strutture iniziatiche, che tutto imbellettano e pongono in mostra (corpi rituali massonici e paramassonici, vie di perfezionamento individuale che si aprono a ventaglio, chiese gnostiche, linee iniziatiche che si perdono dietro mille e mille erogazioni spesso prezzolate, pacchetti di iniziazioni ricevute un tanto al chilo). E’ reintegrazione questa che viene offerta? 

Ricordate Fratelli miei tutto quello che viene elargito da altri, da altri ci può essere tolto. Tutto quello che è frutto del nostro lavoro interiore, giammai ci potrà essere rubato. Questa è la legge.

La reintegrazione non è un aspetto filosofico o dialettico ma si connatura in una serie di operazioni e strumenti, e come l’arte insegna ogni operazione ed ogni strumento devono tenere in debito conto le capacità dell’artigiano e le qualità della materia da modellare. Ecco perché, semplicemente, non è possibile oggi pretendere di proseguire lungo tale nobile via senza calibrare gli strumenti in guisa delle esigenze e delle contingenze del nostro mondo. 


Ovviamente ciò non significa che le forme della nostra Tradizione debbano essere relegate in quanto vetuste, oppure che dobbiamo aprire il nostro deposito docetico a sospette ibridazioni o perniciosi inserimenti. La nostra rivoluzionaria risposta alle forze di prevaricazione, giammai così potenti e mortifere, è edificare una cittadella dalla duplice cinta muraria: la prima rappresentata dalla granitica coesione dei nostri rituali individuali e collettivi, la seconda dal lavoro psicologico ed energetico che l’iniziato, sotto l’attenzione dei Superiore Incogniti Iniziatori e su di loro del Grande Maestro, deve compiere assiduamente. 

Queste due cinte si raccolgono, a loro volta attorno alla grande fiamma del CULTO DIVINO, rispetto a cui tutto è servizio. Tutto ciò colloca l’Ordine su di un piano superiore: quello di una guerra spirituale perenne fra le forze delle tenebre e della dissoluzione e le forze della luce e dell’integrazione.

Oggi a maggior ragione dobbiamo essere coesi, dobbiamo essere consapevoli della nostra identità la quale non è certamente legata alle misere contingenze di questo nostro corpo e di questo transito. Essa è espressione, per noi pochi, di un mondo superiore di assoluta ed immutabile verità. Queste certezza non è astratta, non è decantazione di illusione e suggestione innanzi alle cose di questo mondo; in sapienza vi dico che sono quest’ultime ad essere illusione e suggestione in quanto esse sono destinate a perire inesorabilmente, mentre l’esperienza e il ragionamento ci portano ad intravedere come la nostra tradizione, quella gnostica, ha carsicamente attraversato civiltà, tempi e luoghi sopravvivendo a cataclismi umani e stravolgimenti naturali. Essa ancora oggi è presente in noi. 

Ma l’identità non è sufficiente, a tempi di emergenza si risponde con l’audacia e con la forza. Noi possiamo, in quanto siamo un Ordine che si raccoglie attorno ad un’idea Superiore e non risponde alla lettera morta di falsi precetti. Nel marzo 2020 la nostra struttura formale ha prodotto una reattiva risposta agli eventi, dando vita alla figura del fratello “uditore”; è questo un uomo o una donna impegnato lungo un sentiero rituale, fermamente cadenzato, che ancora non ha ricevuto l’iniziazione ma che partecipa anch’egli al servizio del Culto Divino e conseguentemente (questa la giusta processione) alla propria edificazione interiore. Il tempo e la volontà lo porteranno ad essere inserito nel cerchio interno. 

Ancora abbiamo costituito dei “Convivium Filosofici” dove sono raccolti fratelli e sorelle provenienti da altri Ordini, che assumendo alcune integrazioni rituali operano anch’essi alla celebrazione del Culto Divino, pur mantenendo elementi a lori consoni. Queste strutture si vanno ad accompagnare alle Logge/Colline federate (logge sovrane che hanno deciso di federarsi nella nostra comunione eggregorica). 

Se ciò è la forma, vediamo adesso la sostanza. Il lavoro dei Superiori Incogniti Iniziatori è stato completato attraverso l’introduzione dei rituali dei quarti di Luna (crescente e calante), il lavoro dei fratelli è stato rettificato ed integrato attraverso doverose pratiche legate al governo delle energie interiori (pratiche invocative, evocative e cicli di comprensione interiore); al contempo l’Ordine ha aperto finestre rituali verso l’esterno. 

Nessun uomo è un'isola! Grande è questa verità, che ricorda - con poche lapidarie parole - l'interconnessione esistente fra tutti gli esseri umani. Una connessione che se vissuta inconsapevolmente può condurre a grandi rovine, ma se compresa nei suoi aspetti sottili può permettere ad ognuno di noi di protendersi verso il cielo. Crediamo fermamente in ciò e al contempo siamo consapevoli delle gravi limitazioni fisiche di questi strani tempi e del loro corrosivo agire sull'articolata composizione dell'uomo. 

In considerazione di ciò abbiamo deciso di creare dei canali operativi-rituali per permettere a tutti coloro che lo desiderano di poter intraprendere un percorso di silenziosa ed individuale Opera Interiore; oltre ad aver previsto un percorso da "uditore" (uomini e donne che ancora non hanno ricevuto la nostra iniziazione, ma che giornalmente operano ritualmente), l'Ordine pone a disposizione alcune porte di pratica strutturata. Queste sono la “preghiera sul cuore”, la “meditazione dei 28 giorni”, la “terapeutica” e gli “esercizi spirituali”. 

Orbene queste in estrema sintesi le nostre risposte “operative” e “strutturali” innanzi allo stato attuale delle cose. Ognuna di esse intimamente raccolta attorno al servizio del Culto Divino ed ognuna di esse baluardo contro la prevaricazione di questo mondo mortifero. 

Adesso, mi rivolgo a tutti coloro che intendono perseguire un percorso senza più essere ostaggio di sedicenti maestri dalla vuota retorica e dall’illusoria opera, di buffi personaggi che ostentano patenti onde camuffare la vuotezza del proprio animo e di incongrui fra quanto predicato e quanto realmente vissuto. Mi rivolgo a coloro la cui identità tradizionale è forte, che non hanno remora a giudicare quanto è giusto e separarlo dall’ingiusto. Mi rivolgo a coloro che hanno reale desiderio di operare all’interno di un edificio volto alla preservazione della tradizione e al culto dell’Essere. Io vi parlo e vi dico venite a noi e sarete accolti, venite a noi e sarete raccolti in una reale fratellanza d’Opera che trova genesi spirituale nell’Inno al Logos e strumento filosofico/trasmutativo nella formula Pentagrammatica. Venite a noi e il viatico avrà forma, sostanza e senso.


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lunedì 5 ottobre 2020

IL CULTO DIVINO

 

L’Essere è completamente trascendente da questo piano manifestativo, ed è quindi compito dell’uomo tendere ad Esso attraverso una progressione di ascesa che si estende per tutta la vita. Questa ascensione si dispiega in una visione integrale dell’uomo, in quanto essendo esso un composito insieme di materia, psiche e spirito non è possibile coltivare uno dei singoli elementi a discapito o tralasciando gli altri. Il mistero dell’Essere, della creazione e della creatura è raccolto nella Formula Pentagrammatica, la quale è il Sigillo della nostra comunione spirituale, il fulcro della nostra laboriosa Opera e la sintesi della nostra filosofia. Essa è quanto di sensibile dell’Essere trascendente e del suo Regno, al contempo essa è quanto ci permette di procedere verso il Regno dell’Essere trascendente. Questo percorso è chiamato “servizio”, il quale si articola in una forma sacerdotale, così come previsto dai nostri depositi, atta a mantenere viva la fiamma del Culto. L’uomo-sacerdote procede lungo un percorso di risveglio e di riconciliazione, teso a riacquisire coscienza della propria natura spirituale e al contempo a rimuovere ogni frattura esistenza nei suoi corpi (fisico – psichico – spirituale). Tale processo di edificazione interiore è propedeutico al Culto Divino e assume significato di verità solamente se ad esso subordinato.

Così come indicato dai Maestri Passati l’anelito della reintegrazione dell’uomo nelle sue primitive proprietà, virtù e potenza spirituale e divina necessariamente trova sosta intermedia nella riconciliazione. La riconciliazione rappresenta lo ristabilire il rapporto spirituale che lega l’uomo all’Essere. La riconciliazione ha inizio nel mondo sensibile, attraverso una prima presa di coscienza “razionale”. Essa consiste nel riconoscere la limitatezza della mente e del corpo e parimenti l’esistenza di un “qualcosa” che travalica i primi due elementi. Segue la presa di coscienza “intellettuale”. La quale conduce a riconoscere nell’uomo l’esistenza di una radice spirituale ultramondana. La somma delle due prese di coscienza conduce l’uomo lungo un percorso di riconciliazione con la propria radice spirituale, tale percorso si estrinseca attraverso gli strumenti che l’Ordine pone a disposizione. La riconciliazione avviene all’ombra ristoratrice del “Culto Divino”, il quale è perennemente celebrato in Nome, nella Gloria e nella Potenza dell’Essere Immanifesto. Esso è trascendente rispetto al mondo sensibile, in quanto la sua sostanza, essendo perennemente Vera a se stessa, è altro rispetto al mondo transeunte. All’interno del mondo del divenire, frutto dell’errore causato dall’ignoranza e sottoposto alla giurisdizione dei prevaricatori, l’uomo procede lungo un progressivo risveglio interiore dall’esterno verso l’interno. Nel dispiegarsi di questo movimento di riconciliazione, l’uomo entra in contatto con potenze spirituali che lo erudiscono, lo confermano lungo il cammino e testimoniano la sua fattiva Opera Laboriosa. Queste potenze altro non sono che l’espressione dell’Uomo Primordiale che si cela all’interno degli involucri grossolani e che richiama se stesso alla memoria di se stesso. Il risveglio interiore conduce l’uomo alla Conoscenza che è forma e veicolo di reintegrazione, la quale potrà avvenire solamente in seguito alla macerazione degli involucri grossolani, è quindi necessario che in vita l’uomo si liberi dal potere ostativo ed inerziale da essi esercitato. Ecco quindi l’importanza della regola che l’uomo deve osservare in ottemperanza dei cicli luni-solari (sobrietà nella condotta di vita, morigeratezza nel cibo, congruità al percorso intrapreso, espletamento degli impegni rituali, disciplina del corpo e della mente). Più l’uomo si addentra lungo questo percorso e più è sottoposto all’attenzione dei prevaricatori; se la disciplina dei suoi tre corpi non è armonica il sopravanzare dell’uno porterà discapito agli altri e genererà squilibrio e con esso un errore superiore alla naturale ignoranza in cui versa l’uomo.


Il culto è perenne, in quanto in ogni tempo ed in ogni luogo uomini di conoscenza hanno camminato lungo la via della riconciliazione e della reintegrazione. Il suo ricordo giunge nelle sfere del sensibile attraverso la narrazione dell’anima: la mitopoiesi della caduta, del sacrificio e dell’ascesa. Questo deposito filosofico ed operativo si è successivamente raccolto nella tradizione misterica egizia, nello gnosticismo Alessandrino, nella Cabala Cristiana e nell'Alchimia spirituale. Esso trova perfetta rappresentazione del passaggio dalla Formula Tetragrammatica alla Formula Pentagramamtica in forza dell’azione trasmutativa del fuoco spirituale rappresentato dalla Shin.

La comune pratica rituale, l’osservanza della regola che la precede e il riconoscersi nella comune radice spirituale permette ai fratelli di operare in comunione eggregorica, beneficiando in modo retributivo della funzione di protezione e di amplificazione che esso esercita.

Ecco quindi che primario compito dell’Ordine è quello di operare, tramite la propria casta sacerdotale, al fine del mantenimento e la trasmissione del Culto Divino attraverso i rituali e la particolare forma di sigillo che esso trasmette di fratello in fratello tramite i propri Superiori Incogniti Iniziatori. Compito di ogni fratello è quello di servire il Culto Divino e attraverso il confermamento ad esso di procedere lungo la via della riconciliazione.



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giovedì 24 settembre 2020

ECCE QUAM BONUM 26

 



Per coloro che fossero interessati a determinati argomenti, comunico che è disponibile in formato pdf la rivista di studi spirituali e tradizionali "Ecce Quam Bonum"


INDICE:


EDITORIALE


SEZIONE LAVORI FILOSOFICI
Il Soffio 
L'Appeso 
Sul libero arbitrio 
Acqua in Dante 
Il percorso martinista ai tempi odierni
Il potere delle immagini Immanuel 
Pistis Sophia, seconda parte 

SEZIONE LAVORO INTERIORE

Il culto divino 
Il pensiero e la preghiera :
La purificazione della mente 

SEZIONE MAESTRI PASSATI

Alcuni detti dei padri del deserto
Grande Assemblea Martinista di Parigi del 27/02/1911 Teder
Che cos'è la pietra filosofale? Gerard Encausse

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