martedì 9 aprile 2013

La Purificazione - Elenandro




Non di rado incontriamo persone desiderose di mondarsi attraverso rituali di purificazione, e non di rado le identiche persone sono alla ricerca di nuovi rituali, quasi che la quantità di ciò che è appreso, possa migliorare la qualità di ciò che si è.
Sarebbe lecito interrogarsi se questa istanza di purificazione derivi da autentica volontà di rendersi sacri e santi, oppure se invece si ricerca solamente un'espiazione a ciò che la coscienza o la morale ritiene nocivo. Comprendere il perchè ci avviciniamo alla purificazione, e in generale ad un rituale, non è semplice sofismo, ma bensì utile metro per comprendere se siamo all'interno di un ambito devozionale, o di una reale volontà di prepararsi a successivi impegni teurgici.
La purificazione di cui noi andiamo parlando non è ascrivibile all'ambito religioso, non risponde alla necessità di fare ammenda in virtù di comandamenti infranti, non è spronata da sensi di colpa, e neppure da precetti morali, ma bensì da un atto preparatorio ed indispensabile per poter operare correttamente e proficuamente. E' però utile trattare brevemente della purificazione nella sfera religiosa, o mesoterica, in quanto tramite il segno da essa lasciato, possiamo risalire alla sostanza di tale rito.
In ambito religioso la purificazione è l'atto con cui un uomo si monda, o viene mondato da un sacerdote, da ciò che corrompe la propria anima, da ciò che è considerato peccato o nocivo all'interno del rapporto di fede. In ogni religione il concetto di purificazione è di primaria importanza, in quanto riporta il fedele nella grazia divina. La mia esperienza mi porta ad individuare  almeno sei tipi di purificazione.
La prima è quella ammissiva, attraverso la quale colui che vuole entrare nella nuova comunità si sottopone a purificazione, tesa a liberarlo del retaggio della vita precedente, in modo tale non solo di essere accettabile nella nuova fratellanza (o figliolanza), ma impedire che questa venga corrotta da qualcosa di esterno.
Luca 2:22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
Segue poi la purificazione delle cose che devono servire al compimento di un rituale, o dei luoghi del rituale, in modo da liberarle da ciò che è stato raccolto nel loro maneggio da parti di impuri, oppure esorcizzare la loro parte materiale, e renderle così utili e gradite nel rito.
1Cronache 23:28 Dipendevano dai figli di Aronne per il servizio del tempio; presiedevano ai cortili, alle stanze, alla purificazione di ogni cosa sacra e all'attività per il servizio del tempio,
2Maccabei 1:18 Stando noi per celebrare la purificazione del tempio il venticinque di Casleu, abbiamo creduto necessario darvi qualche spiegazione, perché anche voi celebriate la festa delle Capanne e del fuoco, apparso quando Neemia offrì i sacrifici dopo la ricostruzione del tempio e dell'altare.
Abbiamo poi una purificazione espiatoria attraverso la quale il fedele offre un sacrificio o tiene un comportamento onde equilibrare quanto compiuto in precedenza e contrario ai dettami della comunità religiosa di cui fa parte.
Ezechiele 43:22 Il secondo giorno offrirai, per il peccato, un capro senza difetto e farai la purificazione dell'altare come hai fatto con il giovenco.

Ezechiele 43:23 Terminato il rito della purificazione, offrirai un giovenco senza difetti e un montone del gregge senza difetti.
Numeri 19:13 Chiunque avrà toccato un cadavere, cioè il corpo di una persona umana morta, e non si sarà purificato, avrà profanato la Dimora del Signore e sarà sterminato da Israele. Siccome l'acqua di purificazione non è stata spruzzata su di lui, egli è in stato di immondezza; ha ancora addosso l'immondezza.

Numeri 19:20 Ma colui che, divenuto immondo, non si purificherà, sarà eliminato dalla comunità, perché ha contaminato il santuario del Signore e l'acqua della purificazione non è stata spruzzata su di lui; è immondo.
Altra forma di purificazione è quella preventiva (a cui si sottoponevano i crociati), di colui che sa che per perseguire un fine di gloria, deve comunque operare un male relativo.
Ancora vi è la purificazione consacrativa, rivolta a colui che dal corpo dei fedeli viene compreso nella gerarchia sacerdotale.
Ultimo esempio è la purificazione sacerdotale, che è propria del sacerdote che si deve apprestare a compiere un rito.
Ovviamente vi sono poi rituali di purificazioni strettamente connessi al succedersi delle stagioni, in quanto in concomitanza con ricorrenze religiose, o lunazioni, equinozi e solstizi (per le realtà legate ad operatività luni-solare) vi è l'esigenza di riallinearsi al mutamento astrale, o prepararsi ad altri rituali di cui la purificazione è atto precedente e necessario.
Esaminati velocemente i vari tipi di purificazione, riflessione che dovrebbe sempre accompagnare colui che opera onde poter determinare i giusti strumenti necessari al rito, mi preme scendere nella sfera più profonda del nostro oggetto di indagine. Onde procedere a riflettere di ciò che è, e non attorno a ciò che dovrebbe essere. Onde evitare le ipocrisie, i veli, le illusioni di cui abbiamo trattato in apertura di questo lavoro. Per ottenere tale risultato trovo utile l'analisi dell'etimo, di ciò che sta alla radice del nostro disquisire.
Purificazione è un termine che deriva dal Latino purificationem (rendere puro). Da cui deduciamo che viene reso puro ciò che in precedenza non era puro. L'etimo della parola puro (purus:rendere netto) ci pone come riflessione che la purificazione è riportare ad uno stato di essenzialità, di semplicità, nettezza, ciò che in precedenza aveva perduto questo stato. Degno di interesse, per la nostra riflessione, è notare come la radice di puro ha decisa attinenza con quella di fuoco pyr, suggerendo che l'esser puro deriva da un'azione ignea. A tal proposito ricordo gli illuminati pensieri di Jacob Bohme: " Tutte le cose hanno origine dalla radice del fuoco, come in un duplice parto, nella luce e nelle tenebre " Ancora sull'affinità fra fuoco e purificazione riporto questi passi di Fulcanelli:" In effetti, il crogiolo, è il luogo in cui la materia prima soffra la sua passione come Cristo. Ma essa muore per poi rinascere, purificarsi, divenire spirito e trasformarsi"


Se è quindi intuitivamente chiaro che la purificazione può essere vista come la liberazione di ciò che è estraneo alla natura di quanto viene purificato, rendendolo quindi diversa da ciò che è in natura, non vorrei che l'afferare in modo così "semplice" la questione, portasse a sottovalutare l'essenzialità della stessa. La purificazione, la reale purificazione nell'opera, non tende e non può tendere a far diventare buoni e giusti, espressioni psicologiche ed imitative, quanto piuttosto a rendere puro e netto (radicale) ciò che puro e netto non è. Onde render ancor più chiaro il concetto la Purificazione è come lo scavare nella sabbia alla ricerca di cosa ivi è occultato. Solamente quando ciò sarà completato sapremo quanto era celato dalla sabbia (che rappresenta gli elementi mobili e molteplici raccolti attorno all'essenza), e quanto anderemo trovando può anche non piacere.
Quanto fino adesso esposto non è una particolare lettura della purificazione, o un particolare tipo di purificazione, ma è il concetto antico e tradizionale della stessa, non mediato nè dalla sfera religiosa e nè da quella sociale e psicologica. E' sommamente giusto comprendere che molto di ciò che oggi viene proposto è solamente l'ombra di quanto era in passato, e molti di coloro che oggi propongono non sono altro che ombre dei maestri del passato.

Quanto sopra esposto in alchimia è chiamato Calcinazione, l'azione di purificazione attraverso il fuoco che fa evaporare, deumidificare, polverizzare, tutto ciò che è inclusione, estraneità all'essenzialità dell'elemento che desideriamo purificare da ciò che è impuro.
Fino a quando non conosceremo noi stessi, ogni riflessione su noi stessi e ogni movimento su noi stessi altro non sarà che illusorio. Ed è su questa semplice verità, su questo principio di indeterminazione essenziale, che naufragano non solo le scuole di stampo morale ed illuministico come la massoneria, ma anche quelle scuole che ritengono di offrire una visione integralista dell'uomo facendolo ritenere libero, solamente perchè segue dei precetti di figure avatariche. Le prime hanno la pretesa di portare l'uomo a conformarsi a degli ideali preventivamente fissati, imponendo quindi dei comportamenti che come tali sono afferenti al mondo esteriore, e puramente di facciata. Le seconde non mirano certo a rendere gli uomini liberi, ma condannati a conformarsi alla visione parziale del fondatore della scuola, stabilendo dei significanti a degli accadimenti, e funzioni in grado di pervenire a tali accadimenti. Creando così un vizioso ed illusorio circolo, che assomiglia ad un circo di campagna.

Vorrei adesso, in conclusione, spendere una riflessione attorno agli strumenti, o meglio agenti di purificazione.

Ben sappiamo come la tradizione religiosa e magica indichi nei profumi, nelle abluzioni, nell'opera dell'incenso e di particolari piante un'azione purificatrice. Ed è altrettanto ovvio che ognuno di questi agenti ha proprie peculiari caratteristiche, che comportano un suo più idoneo impiego in certi frangenti, in virtù dell'intendimento su cosa e perchè purificare, e sulla durata della purificazione. Ad esempio l'azione dell'incenso è notevolmente inferiore a quella delle acque, ma è maggiormente utile nel momento in cui si rende necessaria una purificazione concomitante all'esercizio di un rito quale quello equinoziale o solstiziale. Il lettore non avrà immagino difficoltà nell'erudirsi attorno a simili informazioni, ogni buon libro di magia cerimoniale riporta la propria ricetta di impiego. Banale ricetta, oso aggiungere, se non è chiaro che esistono varie forme di purificazione, e che ognuna di essa altro non è che una versione parziale dell'autentica purificazione di cui abbiamo parlato fino ad ora.
Se abbiamo indicato la radice comune o prossima fra purificazione e fuoco, se abbiamo ricordato come l'azione di questo elemento, o calcinazione alchemica, siano il vettore da sempre deputato ad una certa azione di purificazione, vogliamo qui suggerire un elemento che ben si adatta ai nostri tempi caotici, dove molti si agisce per magica simpatia, e in misura eccedente presente in noi: l'acqua.
Il battesimo rituale di purificazione e ammissione trova nell'acqua l'agente, il mezzo attraverso cui l'uomo viene mondato dei suoi peccati, viene risvegliato a nuova vita: riportando alla mente la nascita (il feto è immerso nel liquido all'interno dell'utero materno,e l'approssimarsi della nascita viene anticipato dalla rottura delle acque.)
Nell'intenzione di riportare alla luce, tramite un'azione rapida ed uniforme, quanto si cela sotto il velo del mondano, occultato dalla nostra struttura psicologica, dalle sicumere, dalle ipocrisie morale, dai bisogni sociali, niente come l'azione delle acque corrosive è maggiormente indicata per il conseguimento di tale opera. La meraviglia di queste acque, di un liquido che agisce contro altro liquido, di un'acqua che arde violentemente, ed in virtù delle qualità proprie di questo elemento si mostra invasiva di tutto ciò che offre arrendevolezza e permeabilità ad essa. Infiltrandosi nelle profondità del nostro essere con una doppia azione esterna ed interna, le acque sono in grado in uno spasmodico momento di rettificare il nostro essere, permettendoci di cogliere l'essenziale verità su noi stessi.
Non potendo qui altro aggiungere lascio a voi, che fin troppo pazientemente mi avete seguito, riflettere attorno alla natura di queste acque.

Concludo tornando alla purificazione intesa come atto indispensabile e precedente al compimento di particolari riti. Sarebbe veramente nocivo ed illusorio che l'animo dell'operatore, che il suo agire trovi movimento da sensi di colpa, o dalla volontà di essere persona più buona. Ciò che intendiamo essere il male e il bene, sarà sempre espressione dell'uomo stesso, che è portato a dare significato morale agli accadimenti. In quanto la morale è spesso il surrogato della conoscenza, un sostituto, una traccia di guida per chi non è guida, e neppure ha la particolare ambizione di affrontare un percorso di libertà.

Ciò che deve esser sostegno in questa azione, deve esser piuttosto la volontà, attraverso atti simbolici e simpatici che devono essere poi interiorizzati, di portare alla luce da un lato il pensiero vergine indispensabile per officiare un rito, e dall'altro di rettificare le energie interne e liberare i canali attraverso cui esse dovrebbero fluire. Questo in un'ottica di lavoro integrale. Altro senso non può motivarle, e neppure può spronare l'operatore.
Le abluzioni permettono di rimuovere tutto ciò che si è avviluppato sul nostro corpo fisico, mentale ed eterico, drenando da essi energia, impedendo la corretta interazioni di questi parti egualmente necessarie ad operare sui vari piani in cui l'uomo si staglia. Le fumigazioni, simbolo dell'azione delle fiamme, permettono di essiccare ciò è sovrabbondante, e che ostruisce. Ma come ricordato questi accadimenti, questi simboli esteriori, devono essere riportati al nostro interno, altrimenti la loro opera simpatica non potrà sussistere, e tutto il lavoro sarà solamente psicologico.


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